Approfondimento

L’open innovation si concretizza con la collaborazione accademica

La collaborazione con le Università è una delle modalità attraverso cui l’innovazione permea le aziende. Rappresenta anche un enorme bacino di talenti , una risorsa determinante per garantire alle imprese la capacità di trasformarsi per navigare le sfide del presente e guidare l’innovazione industriale.Per un gruppo internazionale come Fedrigoni è di evidente interesse attivare con università in diverse parti del mondo  una relazione di lungo termine,  di scambio e arricchimento reciproco, di valore anche per gli studenti.

Il Gruppo Fedrigoni, oltre a promuovere la ricerca nei propri laboratori e in particolare presso il nuovo Innovation Center di Verona, adotta un modello di Open Innovation che mira alla creazione di nuovi prodotti più sostenibili lungo il loro intero ciclo di vita, dalla ricerca di nuove materie prime, allo sviluppo di nuovi processi di lavorazione con il fattivo supporto degli Istituti Accademici.Le aree di innovazione di interesse sono sei: aumento dell’uso di materiale riciclato, fibre alternative e upcycling, materiali compostabili, fine vita del prodotto, transizione plastic to paper, supply chain trasparente e sostenibile.

Su questi temi si lavora molto con le Università e i Centri di Ricerca. “Sono collaborazioni importanti perché permettono di accedere a nuove o emergenti tecnologie, oltre che a laboratori particolarmente attrezzati e a team dedicati di ricercatori con competenze specifiche”, racconta Massimo Zonca, Responsabile dell’Innovation Ecosystem di Fedrigoni Group. “ In Italia abbiamo al momento quattro collaborazioni aperte per altrettanti dottorati: una con l’Università di Pisa – Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale, a livello italiano fra le più avanzate sulla chimica organica e pertanto interessante in ottica di abbandono di ingredienti a base fossile; con l’Università di Milano – Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente, stiamo portando avanti un progetto di ricerca su metodi di estrazione più sostenibili di cellulosa da scarti alimentari (come pula di riso, trebbie da birra, etc.) e la validazione di rivestimenti barriera a base di microfibrille di cellulosa; con l’Università Federico II di Napoli – Dipartimento di Ingegneria Chimica, dei Materiali e della Produzione Industriale, stiamo invece valutando gli aspetti di circolarità nell’utilizzo di scarti dell’industria tessile (cotone e seta in particolare) e cellulose alternative da piante annuali, con una crescita più veloce, come il bambù, la canapa ma anche kapok. È appena stato attivato il quarto progetto di dottorato, ancora con l’Università di Pisa – Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale, dedicato all’ottimizzazione delle modalità di produzione di microfibrille di cellulosa e nanocristalli di cellulosa, per potenziali applicazioni nel campo dei biosensori e dei printed electronics. Le altre collaborazioni in atto sono con l’Università di Grenoble-Pagorà, l’Università della Lorena e la North Carolina University”.

“Penso che Fedrigoni sia molto attrattiva per il tenore dell’innovazione su cui lavoriamo, non siamo dei semplici produttori di carta e materiali adesivi. – afferma Gael Depres, responsabile del centro di Ricerca e Sviluppo di Grenoble, oggi parte del gruppo Fedrigoni. “E, al contempo, per il nostro impegno nella transizione Plastic to Paper. Innovazione e sostenibilità costituiscono un binomio di rilevanza primaria per i giovani che escono dalle migliori università e cercano le aziende in cui lavorare o con cui avviare progetti di ricerca”. Nel Centro R&D di Grenoble, considerata la Silicon Valley francese, gli stimoli e le sfide non mancano: qui si seguono diversi tra i più promettenti progetti d’innovazione, come quelli che riguardano le microfibrille  e nanofibrille di cellulosa o la stampa dei circuiti elettronici su carta per lo sviluppo di  smart label e smart packaging. Attualmente, l’R&D di Grenoble collabora con diverse università e centri di ricerca sia europei che internazionali, partecipando a consorzi per lo sviluppo di specifici progetti o ospitando dottorandi.

La collaborazione con le università e con i talenti che vi si formano non è, tuttavia, un tema che riguarda esclusivamente l’innovazione di prodotto. Sandro  Zarcone è un laureato del Politecnico di Milano in ingegneria gestionale con un curriculum accademico di alto profilo che comprende il diploma dell’Alta Scuola Politecnica; un talento indubbiamente attratto da una potenziale carriera accademica. Dopo aver partecipato ad un primo progetto di collaborazione tra università e Gruppo Fedrigoni durato un anno, ha scelto ancora quest’ultimo per portare avanti una tesi di dottorato focalizzata sul tema della trasformazione aziendale, con un focus sui processi di integrazione aziendale post-acquisizione. “Il contesto empirico che mi circonda quotidianamente guiderà i miei studi di dottorato” – dice Sandro Zarcone, riferendosi al particolare momento di forte espansione, attraverso numerose acquisizioni, che sta vivendo il Gruppo. “L’obiettivo è approfondire alcune delle principali sfide strategiche e organizzative che emergono dopo le acquisizioni realizzate da grandi gruppi industriali come Fedrigoni. Pur trattandosi di un tema di ricerca già consolidato, l’opportunità di studiarlo direttamente dall’interno dell’azienda ne rafforza la rilevanza. Di fatti, l’ambizione è fare di Fedrigoni un caso di studio di natura accademica. In questo senso, il ritorno atteso di questo progetto è duplice: da un lato, contribuire alla comunità scientifica con la pubblicazione di articoli basati su evidenze pratiche più che teoriche; dall’altro, offrire ai leader aziendali linee guida per affrontare l’integrazione di nuove acquisizioni, fondate sull’approccio metodico e rigoroso della ricerca accademica”. Sandro sottolinea che il connubio tra ricerca accademica ed esperienza industriale conferisce alla sua attuale esperienza un impatto che supera i confini di Fedrigoni, stimolandolo ogni giorno a dare il meglio di sé.

Insomma, l’Università come grande contenitore di conoscenze, opportunità, bacino di idee , talenti, tecnologie e strumenti; l’Industria come luogo che l’innovazione la realizza e la porta sul mercato, trasformando la teoria in pratica e dando a tutto questo processo di scambio, concretezza. L’industria non può fare a meno dell’Accademia, e viceversa. È anche così che il Gruppo Fedrigoni costruisce l’innovazione: la relazione con le Università e i Centri di Ricerca è parte della nostra cultura dell’eccellenza, del promuovere opportunità per accellerare la trasformazione.