“Making business work for people and nature”
è il nostro manifesto nato per incarnare la visione di Fedrigoni che vede ‘ambiente’ e ‘persone’ come concetti profondamente interconnessi e inseparabili. Creare dei prodotti con caratteristiche tecniche ed estetiche eccellenti senza le competenze umane e l’alta qualità delle materie prime, sarebbe impossibile. Ecco perché il nostro People and Nature Commitment rappresenta il primo passo di un approccio olistico, che mira a fare la differenza nell’Obiettivo 15 dell’Agenda 2030 – Vita sulla Terra.
Al suo interno identifichiamo non solo le azioni attraverso cui vogliamo ridurre in modo sostanziale le nostre emissioni di CO2 entro il 2030, per raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette, considerando tutti i settori (scope 1, 2 e 3) entro il 2050, ma anche quelle focalizzate sulla diminuzione del prelievo di acqua, la lotta contro l’inquinamento atmosferico e idrico, sulla promozione del recupero dei rifiuti industriali e sull’avanzamento verso un’economia circolare. Inoltre, dal 2022 ci stiamo impegnando per la Zero Deforestation o contro la conversione degli ecosistemi naturali, attraverso azioni volte a garantire un impatto netto positivo sulla biodiversità sia nei nostri siti produttivi, sia lungo la catena di fornitura. Nello specifico:
- Fedrigoni non possiede né gestisce foreste e le cellulose arrivano dai nostri fornitori, ai quali richiediamo la certificazione Forest Stewardship Council (FSC) per il 100% dei nostri acquisti. Partendo dalla certificazione FSC, dal 2023 stiamo ulteriormente approfondendo la tracciabilità della nostra catena di fornitura della cellulosa in anticipazione della futura legislazione europea (EUDR);
- Mappiamo regolarmente il rispetto dei diritti umani sia all’interno dei siti Fedrigoni, sia presso i nostri fornitori anche con audit di terza parte. Il primo anno non sono state registrate violazioni ma abbiamo pronto un Piano di Remediation & Mitigation;
- All’interno di ogni nostra cartiera stiamo identificando spazi naturali dove ripristinare la biodiversità esistente e monitorare il ritorno dei rapaci locali; i rapaci sono al vertice della loro catena alimentare e il loro benessere è strettamente legato alla salute dell’ambiente in cui vivono.
La necessità di queste azioni nasce anche dal senso di urgenza che emerge dai “confini planetari” (planetary boundaries), modello sviluppato nel 2009 da un gruppo di ricercatori internazionali guidati da Johan Rockström dello Stockholm Resilience Centre. I nove planetary boundaries individuati indicano i limiti e la capacità della terra entro cui le attività umane possono agire senza entrare in conflitto con la natura, senza cioè destabilizzare l’equilibrio terrestre raggiunto e i servizi ecosistemici da cui dipendiamo (tra cui produzione di cibo, disponibilità di acqua potabile, materiali ed energia, regolazione del clima e delle maree, depurazione dell’acqua, impollinazione e controllo delle infestazioni, valore estetico, spirituale, educativo e ricreativo).
Ad oggi sei dei nove limiti sono stati superati. Sebbene oltrepassare un singolo confine planetario non equivalga a cambiamenti drastici che avvengono da un giorno all’altro, nel loro insieme il superamento di più soglie critiche si traduce in un significativo aumento dei rischi per l’umanità e per gli ecosistemi di cui noi stessi facciamo parte. Viviamo in un mondo interconnesso, che potrebbe subire cambiamenti irreversibili.
Per riportare la Terra entro i confini sicuri dei limiti planetari serve il contributo di tutti.
In Fedrigoni stiamo accelerando il raggiungimento dei nostri obiettivi ESG al 2030 così da contribuire alla mitigazione di questi cambiamenti.
Scopri il nostro People&Nature Commitment: https://fedrigoni.com/sostenibilita/ambiente/biodiversita/